Nascosto dalle traboccanti manifestazioni del barocco salentino c’è un piccolo gioiello semi-sconosciuto, la Chiesa di Santa Caterina d’Alessandria a Galatina.
Appena entrati sarete trasportati verso altri luoghi e altri ricordi … una basilica gotica nel cuore del Salento!
Le pareti sono completamente affrescate e ricordano la Basilica di San Francesco d’Assisi, mescolando reminescenze orientali, partenopee e toscane.
Emozionante la lectio magistralis di Vittorio Sgarbi di qualche tempo fa, di cui potete rivedere in video qualche spezzone:
Tutto inizia con Raimondello Orsini del Balzo che nel trecento visita la Terra Santa e il Santuario di Santa Caterina d’Alessandria. La tradizione racconta che bacia la mano della Santa e le strappa un dito con un morso. Ritorna nei suoi feudi pugliesi con la preziosa reliquia, al tempo la grandezza dei principi si valutava in base al numero e all’importanza delle reliquie possedute e lui non vuole essere da meno.
Decide quindi di costruire una nuova chiesa ed un convento da dedicare a Santa Caterina (anche in contrapposizione con la Chiesa Matrice in cui si celebra secondo il rito greco mentre in questa il rito sarà latino) e da donare all’ordine Osservante.
Quella che viene edificata a Galatina, nel cuore della Grecia Salentina, è una chiesa francescana che mai ci si aspetterebbe di trovare in Puglia.
Gli affreschi che la rendono unica sono stati fortemente voluti dalla principessa Maria d’Enghien che chiamò a Galatina una corte di pittori da tutta Italia ma soprattutto dalla Toscana e da Napoli, fortemente influenzati dai lavori di Giotto, con uno scopo ben preciso e cioè quello di suscitare una sensazione di “meraviglia“, anticipando gli stessi temi dell’architettura barocca, in forma pittorica.
Un’ensemble di artisti con svariate sensibilità e capacità che affresca la Chiesa con un ciclo di diciassette temi, tra cui le scene dell’Apocalisse, dell’arca di Noè, della Genesi, la vita di Gesù, i quattro evangelisti, scene di vita di Santa Caterina d’Alessandria. Dovunque angeli, arcangeli, cherubini e serafini. Un complesso programma iconografico concepito in modo unitario dai Francescani, consiglieri teologici dei feudatari.
Anche dal punto di vista architettonico la Chiesa di Santa Caterina presenta diversi particolari originali, a cominciare dalla facciata. Chiunque rammenti l’imponenza spoglia e rigorosa delle cattedrali romaniche o la rigogliosa coreografia della chiese barocche di Lecce, resta disorientato dall’insolita facciata a tre cuspidi e dall’evidente gioco di contrasti e disarmonie lontane dai tradizionali modi pugliesi di costruire e decorare.
Il restauro degli affreschi risale al 2000, ma dai miei studi di “restauro architettonico” ricordo anche gli importanti interventi del 1972, effettuati dal prof. Massari che consentirono di creare nelle murature una barriera all’umidità ascendente che aveva intaccato gli affreschi in modo evidente. Un intervento all’epoca altamente innovativo, anche se invasivo, che permise di rallentare il degrado che altrimenti avrebbe portato inesorabilmente lla perdita totale degli affreschi.
Spero che durante la prossima vacanza nel Salento non mancherete di visitarla, ma attenti agli orari! I custodi non sono molto flessibili e non gradiscono che vengano fatte molte foto, per preservare gli affreschi.
Se avete voglia di approfondire vi suggerisco questo interessante e completo articolo di Gianni Carluccio.