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Archeologia nel Salento: lo Zeus di Ugento

di — in Storie del Salento

15 Novembre 0
zeus di ugento

Quando il tempo non è l’ideale per andare al mare, il Salento offre tante opportunità per scoprire un immenso patrimonio di arte e cultura dalle radici antichissime, come lo Zeus di Ugento, il signore della folgore.

Prima dei greci e dei romani il Salento fu abitato dai Messapi, un popolo misterioso che ci ha lasciato numerose testimonianze nei centri abitati più antichi come Roca, Cavallino, Vaste, Ugento e Oria.

Molti musei espongono reperti archeologici messapici, tra quelli più interessanti che meritano una visita, c’è senz’altro il Sistema Museale della città di Ugento  un sistema museale integrato e diffuso, costituito da varie parti ospitate in altrettanti luoghi, ognuno con proprie specificità.

1.Nuovo Museo Archeologico

Ospitato in un ex convento, nel cuore di Ugento, il Nuovo Museo archeologico affascina i visitatori con alcuni reperti di grande pregio tra cui spicca la statuetta bronzea di Zeus, il Signore della Folgore. Il padre di tutte le divinità.

zeus di ugento

Zeus di Ugento

Rinvenuta ad Ugento nel dicembre del 1961 durante lo scavo delle fondamenta di una casa nel centro storico, venne inizialmente scambiata per il dio Poseidone. I successivi studi e restauri l’hanno riportata e rivelata in tutto il suo splendore.

E’ una delle pochissime statue in bronzo giunte fino a noi. Nei suoi 74 centimetri di altezza impressiona per l’atteggiamento fiero e sereno con cui, stringendo il fulmine nella mano destra e l’aquila nella sinistra, si presenta dall’alto di una colonna ai suoi fedeli, coronato di alloro e di rosette.

La leggera torsione del busto, l’estrema attenzione ad ogni particolare, la rendono un’opera unica e di grande valore, testimone dei contatti e degli scambi culturali che la civiltà messapica, di cui Ugento costituiva uno dei centri dominanti, intratteneva con la città di Taranto: unica colonia magno-greca fondata in Puglia.

Se volete appofondire vi consiglio questo interessante video:

Il Museo ospita inoltre un’altra opera molto affascinante: l’imponente Tomba dell’Atleta, risalente alla fine del VI sec. a.C., esposta nel chiostro dell’ex convento: scoperta nel 1970 in via Salentina è costituita da tre elementi, basamento, lastre del recinto, lastre di copertura e presenta una decorazione pittorica interna a fasce bianche, rosse e blu.

museo archeologico ugento

La Tomba dell’Atleta

Al primo piano, la prima ala è dedicata alle necropoli di Ugento e alle mura della cinta messapica che tra IV e III sec. difendeva Ugento.

museo archeologico ugento

Vaso a figure rosse – museo archeologico ugento

La seconda ala riguarda i culti indigeni della Messapia c0n oggetti votivi e statuette in terracotta provenienti dal santuario di Artemide dell’antico porto ugentino di Torre S. Giovanni, ma soprattutto la copia della statua dello Zeus di Ugento il cui originale è conservato al MARTA di Taranto.

2.Collezione Archeologica “Adolfo Colosso”

La collezione privata del Barone Colosso, proseguita dai figli, è conservata ad Ugento all’interno di palazzo Colosso in via Messapica 28, è una delle poche collezioni storiche della regione Puglia, formatasi con materiali rinvenuti ad Ugento e nel suo territorio nel secolo XIX. La collezione vanta 794 reperti che vanno dal VI sec. a.C. all’età altomedievale, a cui si aggiungono esemplari di età moderna quali armature, armi e palle di cannone.

Tra i reperti di particolare interesse un disco fittile e la suppellettile in terracotta destinata alla sepoltura costituita da tintinnabula e da alcune terrecotte femminili.

Nella collezione sono presenti anche reperti scultorei tra i quali spicca un capitello dorico con abaco decorato da rosette, strettamente confrontabile con il capitello sul quale era collocata la statua dello Zeus .

 3.La Cripta del Crocefisso e la Chiesa della Madonna di Costantinopoli

La Cripta del Crocifisso, sita in prossimità dell’antica cinta muraria messapica, è un ipogeo adibito nei secoli a luogo di culto. Collocandosi sul tracciato della Via Traiana Salentina è stata, nel corso dei secoli, meta di pellegrinaggi. Particolari e uniche sono le decorazioni che ricoprono la volta e il ciclo pittorico che copre il perimetro interno dell’ipogeo. Sul soffitto sono dipinti scudi crociati rossi e neri, figure mitologiche come l’Idra, il Grifone e altre creature mostruose, frequentemente descritte nei bestiari medievali.

cripta del crocifisso

cripta del crocifisso

Sulle parete settentrionale della Cripta campeggia la figura della Vergine che ascolta il messaggio dell’Arcangelo Gabriele. All’Annunciazione segue l’immagine dell’Arcangelo Michele. Sulla parete orientale è addossato un altare seicentesco sormontato da un affresco ad esso contemporaneo, che raffigura la Crocifissione e da il nome alla cripta.

La Chiesa della Madonna di Costantinopoli è composta da un vano a botte che presenta le pareti affrescate. Sulla parete che sormonta l’altare è raffigurata una Madonna di Costantinopoli, mentre in una lunetta sovrastante l’ingresso, vi è affrescato un insolito Gesù che porta la croce in un paesaggio campestre.

4.Castello dei principi d’Amore

Per la sua struttura tozza e austera alcuni storici ne fanno risalire l’origine al periodo romano, mentre il piano superiore al periodo normanno. Durante il periodo angioino, il castello fu più volte ristrutturato e Carlo d’Angiò, nel 1273, in occasione di una visita nel Salento, vi soggiornò, ospite del conte Adenolfo XI d’Aquino. Al suo interno è dotato di ampi saloni, quasi tutti ornati da pitture e decorazioni di diverse epoche.

5.Palazzo Rovito

Antico fabbricato nobiliare a due livelli è ubicato in posizione dominante del centro di Ugento. L’immobile risulta costituito da corpi di fabbrica di diversa origine storica: il nucleo originario di impianto seicentesco, fu riedificato su parte del Palazzo di Raimondello Orsini del Balzo costruito tra la fine del ‘300 e gli inizi del ‘400, poi distrutto durante l’invasione turca del 1537. Nella seconda metà dell’Ottocento, si aggiunsero altre strutture da mettere in relazione con la ridefinizione degli spazi urbani del centro abitato (mura bizantine) nel periodo immediatamente successivo all’Unità d’Italia.

Le caratteristiche stilistiche dell’immobile, sia nelle decorazioni interne che esterne, sono di notevole pregio artistico e rappresentano un patrimonio storico-architettonico di notevole interesse sia per la storia locale che per le affinità con le emergenze nobiliari urbane dell’intero Salento.