Se durante la vostra vacanza nel Salento volete trascorrere una serata speciale vi consigliamo di non perdere l’occasione di visitare il castello di Corigliano d’Otranto nella Grecia Salentina.
Arrivando nel Centro Storico potrete ammirare un antichissimo portale interamente scolpito nella pietra leccese, noto come Arco Lucchetti. E’ l’ingresso ad una tipica corte salentina, spazio comune intorno al quale erano poste le abitazioni in genere appartenenti allo stesso nucleo familiare. Su numerose achitravi sono presenti incisioni in latino.
La ricca decorazione del portale occupa interamente la superficie frontale e quella di intradosso dell’arcata. Fu ideato e realizzato nel 1497 dal proprietario, mastro Nicola Robi, rifacendosi a modelli medievali.
Passeggiando per i vicoli raggiungete il Castello, attestato sul versante sud-est dell’antica cerchia muraria. Il Castello di Corigliano d’Otranto rappresenta il modello più compiuto del passaggio delle architetture militari dalle torri quadre a quelle rotonde: ha infatti impianto quadrangolare con quattro torri angolari a base scarpata e a tre livelli di fuoco, circondato da un profondo fossato.
Ogni torrione presenta lo stemma araldico dei de’ Monti accompagnata dalle raffigurazioni allegoriche delle quattro virtù cardinali e dai bassorilievi di altrettanti Santi sotto la cui protezione è posto ciascun torrione. Guardando la facciata principale, il torrione a sinistra è intitolato a San Michele Arcangelo la cui effigie è affiancata dall’allegoria della fortezza; il torrione a destra è intitolato a Sant’Antonio Abate al quale è affiancata l’allegoria della temperanza. Gli altri torrioni sono intitolati a San Giorgio e a San Giovanni Battista, ai cui bassorilievi sono associate, rispettivamente, le raffigurazioni allegoriche della prudenza e della giustizia.
Venuta meno l’originaria funzione difensiva, alla metà del Seicento il castello fu adattato, secondo la moda del tempo, ad esigenze estetiche e di rappresentatività della famiglia del feudatario, realizzando una facciata barocca sovrapposta alla preesistente con un balcone a sbalzo delimitato da un’elegante balaustra in pietra leccese riccamente decorata da fregi, animali fantastici e motivi floreali. La facciata barocca posta in corrispondenza del ponte d’accesso è opera del 1667 di maestranze locali dirette dal mastro coriglianese Francesco Manuli.
E’ possibile visitare il Castello gratuitamente o a pagamento con guida, ma spesso sono organizzati eventi dalla cooperativa sociale Korianì, come per esempio l’osservazione delle stelle dalle terrazze del Castello.
E se volete concludere la visita con una cena romantica in una location davvero suggestiva, potete prenotare alle Terrazze del Duca e gustare uno dei tanti manicaretti salentini.
Questa foto di Terrazze del duca al castello è offerta da TripAdvisor.
Per il dopo cena una passeggiata lungo le antiche mura di cinta, che correvano lungo il perimetro oggi segnato da via Palestro, via Santi e via Pendino ed erano intercalate da torri di avvistamento.
Alle due estremità dell’asse principale, si aprivano due porte che erano le uniche vie di accesso al paese e dal paese alla campagna, la Cau-porta e l’Anu-porta (dal griko anu+porta, “porta nord”).
Oggi si possono vedere piccoli tratti di mura di cinta nell’attuale via Don Bosco. Esse sono facilmente riconoscibili perché caratterizzate da un elemento architettonico inconfondibile: un cordone semicilindrico che sporge ad un’altezza variabile dai tre a quattro metri dall’attuale piano stradale e che ripeteva, continuandolo, il cordone che cinge i torrioni angolari ed i bastioni del castello.